Storia del Passo Cimabanche e dei suoi abitanti dal 1800 ad oggi
La storia di Cimabanche e la storia della nostra famiglia ha inizio molti anni fa. Tutto si può dire ha inizio con Santo Siorpaes, nato nel 1832 a Cortina d'Ampezzo. Egli fu trisnonno di Nilo, nostro papà. Intorno al 1870 Santo divenne cantoniere Imperial Regio a Cimabanche, quando Cortina faceva ancora parte dell'Impero Austro-Ungarico. Oltre ad essere guardiaboschi e cacciatore, Santo iniziò ad esercitare la professione di guida alpina, affermandosi così per le sue innumerevoli scalate. Tra le tante imprese, nel 1872, egli conquistò per primo, insieme all'alpinista W.E. Utterson Kelso, il "Becco della Civetta" (2063 mt) che fu in seguito rinominato "Becco di Mezzodì" proprio perchè Santo toccò la vetta mentre le campane di Cortina suonavano mezzogiorno. Giovanni, suo figlio, cacciatore e guida alpina anche lui, nei primi anni del Novecento riuscì a costruire un grande albergo a Cimabanche di 4 piani, uno dei primi ad essere dotato di acqua e corrente. Giovanni morì prematuramente a quarant'anni nel 1909 in un banale incidente: mentre si dirigeva su di un carro verso Cortina proprio da Cimabanche incontrò una delle prime e rarissime automobili dell'epoca. I cavalli che trainavano il carro si spaventarono alla vista dello sconosciuto mezzo, fecero rebaltare il carro e Giovanni rimase gravemente ferito. Indebolito dai traumi morì di polmonite la primavera successiva. A seguire, Emilio, figlio di Giovanni e la moglie Amalia furono casellanti a Cimabanche presso la stazione del trenino delle Dolomiti che dal 1921 al 1964 collegò Calalzo di Cadore a Dobbiaco. Tra i loro figli, nostra nonna Ada Siorpaes che ancora oggi vive nell´ex casello della ferrovia di Cimabanche che fu abitato da sua mamma. Fu il figlio di Ada, Nilo che non si dimenticó che a Cimabanche i suoi nonni avevano costruito un ristoro per i passanti che percorrevano il valico per raggiungere l´Italia dall´Austria o dalla Germania. Fu egli stesso a costruire nel 1973, all´etá di 20 anni, la baita così come la troviamo oggi. Nilo era un vero amante delle montagna e della natura selvaggia, appassionato sciatore e maestro di sci, amava profondamente questo luogo e ne conosceva ogni angolo, ogni incrocio, ogni ruscello, ogni singolo pinnacolo dei monti circostanti. Quando era una ragazzina, quando ancora non si poteva consultare il telefonino ed i sentieri non era così battuti come oggi, ricordo ancora gli alpinisti entrate nello chalet e chiedere di Nilo: a lui si affidavano per domandare tutto, tutto quello di cui avevano bisogno per affrontare un´escursione, una scalata o una discesa con gli sci d´alpinismo.
Oggi é Serena che, insieme ad Elisa ed il supporto di Carla, porta avanti con passione l´antica tradizione di famiglia.
Oggi é Serena che, insieme ad Elisa ed il supporto di Carla, porta avanti con passione l´antica tradizione di famiglia.